L’Art Nouveau: la distruzione della quiete Ottocentesca
Agli albori del nuovo secolo lo spirito sociale muta venendo investito da quel fermento estetico e tecnologico che prende il nome di Modernismo. In questo clima si viene a costituire il gusto o lo “stile” denominato Art Nouveau. Stile che investe il campo dell’illustrazione dei libri. In quest’ambito figura un grande interprete inglese: Aubry Beardsley, illustratore della Morte di Arthur e della Salomè di Oscar Wilde.
Egli attuò una rivoluzione nel campo dell’illustrazione dei libri seminando anche in Italia con Rubino e Golia ed altri grandi interpreti esiti altissimi. La poetica di questo movimento «si calò nell’ambito dell’illustrazione infantile, dove distrusse la quieta e veristica atmosfera Ottocentesca riempiendo i libri per bambini di curve sinuose e deformi, di simboli contorti e personaggi cattivi» (Faeti, 2011). L’incidenza dell’Art Nouveau dà una ventata d’innovazione all’arte dell’illustrazione enfatizzandone l’aspetto e le potenzialità commerciali, rinnovando gli albi nella grafica che si fa interprete di segni fluidi, serpentini, floreali della corrente artistica e nei contenuti che trascurano i racconti morali valorizzando la dimensione fiabesca in un gioco di reinvenzioni linguistiche.
In questo clima nacquero le opere di due grandi interpreti italiani Enrico Novelli in arte Yambo geniale scrittore di romanzi e racconti d’avventura, precursore della fantascienza, disegnatore abilissimo dallo stile libero privo di condizionamenti e Antonio Rubino interprete di un Art Nouveau macabro e grottesco di un mondo in cui vige l’anti-pedagogia.
Antonio Rubino. L’anti - pedagogia
Antonio Rubino (Sanremo,1880-Baiardo,1964) poeta, scrittore e illustratore e grande interprete del Corriere dei piccoli. Laureatosi in legge a Torino, trova in questa disciplina i primi pretesti tematici per comporre poesie burlesche. La sua attività di disegnatore comincia nel 1902 caratterizzando il proprio lavoro in una tendenza dello stile liberty. Fondeva in uno stile personalissimo l’assurdità delle situazioni raccontate, la regolarità del tratto geometrico della costruzione prospettica e gli elementi grafici dell’Art Nouveau come il ricciolo, l’arabesco, la curva che diventano elementi di una complicata visione ottica. Creò un mondo sfuggente, sconosciuto e problematico come lo vedrebbe un bambino, dove vi regna l’assurdo, il gioco e l’infanzia non è più chiusa in un paradiso artificiale di candore e innocenza, ma essa entra in un territorio che ha per ideologia un insieme di norme anti pedagogiche.
«A Rubino interessa la ‘beltà grottesca’ dei personaggi inventati e il suo segno non manca l'obiettivo neppure quando viene a mettere in gioco la profondità della saggezza orientale che attira i suoi contemporanei. Ai tanti letterari ‘viandanti e ‘randagi’ del futuro, lo scrittore oppone ‘un singolare pellegrino’, vera esaltazione di un macabro che come, nella successiva produzione, ‘stravolge l’ordine adulto dei valori, deride il principio di causalità, introduce una floreale anarchia in mezzo alle consuetudini più stagionate» (Boerio, 19).
La realtà viene vista con l’impartecipe perfidia dell’occhio infantile, i moduli espressivi vengono estrapolati dai lettori in quanto l’autore vuole rivolgersi direttamente al fruitore con un registro linguistico che sia vicino al loro mondo senza pretendere di trasmettere insegnamenti. Rubino è interessato a una beltà grottesca, all’esaltazione del macabro e a una fitta trama ricca di immagini e parole ciò compone le tavole del suo capolavoro Viperetta.
Viperetta la bambina lunatica
Viperetta pubblicata nel 1919, per l’editore Cartoccino di Monza, narra di un viaggio lunare della protagonista bambina terribile, viziata e lunatica di nome Viperetta, figlia di due litigiosi genitori, appena nata fu esposta ai raggi della luna, per questo divenne capricciosa, cattiva e “lunatica”.
Un giorno, sollevata dai suoi stessi capricci si trova ad intraprendere un viaggio meraviglioso che la condurrà sulla luna, dandoci la percezione dell’immagine dalla luna nella letteratura.
Durante il suo soggiorno lunare ella incontra una serie di personaggi che contribuiranno al suo processo di maturazione, che la faranno diventare un bella fanciulla “riflessiva” e quieta una volta tornata a casa.
Un romanzo di senso rubiniano in cui personaggi e ambientazioni sono paradossali espressi in un linguaggio iconico e verbale macabro. Non abbiamo una bambina dal comportamento esemplare ma perfida e cattiva visione accentuata dalle illustrazioni che ci mostra la protagonista dai riccioli serpentini e da un volto caratterizzato da un ghigno cattivo.
Potremo ben dire che Viperetta esprime la moderna società dei primi del Novecento, quella borghesia spregiudicata e moderna a cui le regole delle buone convenzioni sociali impongono, secondo lo psicologo e padre della psicanalisi Sigmund Freud, una “rinuncia pulsionale” producendo negli individui uno stato di frustrazione che viene scaricata sotto forma di aggressività a livello politico, sociale e etico.
Viperetta bambina “lunatica”, definita cattiva, riversa la sua capricciosità verso quelle forme del buon costume, verso quell’ottimismo della cupola dorata del Modernismo.
Rubino con la sua Viperette ci mostra l’altra faccia dell’infanzia, una sfaccettatura poco gradevole allo sguardo adulto che cercherà in tutti i modi di celare per non guastare quell’estetica del bello, la modernità.
Ma l’aggressività, la cattiveria non è solo insita nell’infante essa ha radici nell’essere. Freud sosteneva che le radici dell’aggressività umana sono da rintracciare proprio nell’autorità sociale e nelle sue manifestazioni, ovvero sono presenti sia nella società come sistema sia nelle sue concrete unità strutturali, ma non solo esse sono vive e operanti nei singoli individui i quali durante l’arco della loro evoluzione interiorizzano un tessuto di norme, divieti, doveri, valori, tensioni ideali che condizionano la loro personalità, la sfera del Super-Ego dirà Freud.
Ed è cosi che la nostra cara Viperetta diviene una bella, brava e riflessiva ragazza.
Il suo mutare, “maturare”, non è forse lo sviluppo progressivo di quella dipendenza dell’individuo dall’autorità sociale?
Così come il bambino si sente “colpevole” della sua tendenza aggressiva verso i propri genitori, così da adulti si sentiranno colpevoli verso l’autorità che subentrerà a quella dei genitori, ossia il sistema sociale.
Rubino illustra un perfetto quadro della società a lui contemporanea.
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