Una nuova stagione piena di cambiamenti quella che stiamo vivendo, una primavera senza gite fuori porta, e chi se lo aspettava? Fortunatamente abbiamo subito digerito l'indigestione da quarantena, probabilmente ci siamo già abituati a tutto questo, un po' forzatamente e controvoglia, ma è l'unico modo, lo dice la scienza. Sarebbe stato strano pensare qualche anno fa che i consigli tecnici dei governi non sarebbero stati formati da economisti, ma da scienziati. Eppure non pochi governi hanno intrapreso strade contro mano, spesso finendo in vicoli ciechi. Se questo non fosse già abbastanza, dall'Europa dei conti in regola arrivano ammonizioni inopportune e fuori luogo, non è di certo il momento di fare lezioni di fiscalità.
Usa-Gran Bretagna, scelte controcorrente
Il tentativo di ristabilire la "special relationship" da contrapporre alla solidarietà europea ha probabilmente già fallito. Forse Trump e Johnson volevano dimostrare che la produzione è il bene più prezioso, fatto sta che entrambi hanno creato le condizioni per cui sia a Londra che a Washington si è perso forse troppo tempo prima di adottare le prime misure di contenimento. Entrambi hanno minimizzato l'emergenza, Trump che fino a qualche tempo fa sosteneva che l'emergenza non si sarebbe protratta fino a pasqua, ha poi fatto un mezzo passo indietro "affidandosi" forse controvoglia all'esperto di fama mondiale Anthony Fauci. Tutto questo però non è stato abbastanza, perché negli Stati Uniti vengono in questi giorni in luce tanti altri limiti, un sistema walfare che privilegia la classe ricca per esempio. Di fatto la rinnovata verve negazionista di Trump continua a generare quotidianamente una schiera di haters, questa volta pronti a scagliarsi proprio contro gli autorevoli pareri di Fauci.
Mentre in Gran Bretagna fino a qualche tempo fa si parlava di immunità di gregge, oggi anche Boris Johnson ha dovuto rivedere un po' i suoi piani scegliendo di seguire la linea generale del rigore. Anche Londra ha dovuto cedere così ad un'inevitabile lockdown. Dunque sembrerà scontato pensare che le iniziali scelte di Trump e Johnson abbiano scalfito la popolarità dei due leader in termini di indici di gradimento, ma non è così. Paradossalmente, stavolta nemmeno l'evidenza scientifica dei fatti ha sottolineato l'inadeguatezza dei loro programmi politici. Infatti, al contrario, entrambi risultano aver acquisito maggiori consensi nei rispettivi paesi. Dunque la destra sembra non essere in crisi, questo è certo, lo dicono le statistiche, 52% per Johnson e 45,8% per Trump (mai così in alto da tre anni a questa parte). La mia opinione è però che ad essere in crisi è di certo una fetta dell'elettorato, bombardato dalle fake news e impreparato discernere da cosa è demagogia e cosa non lo è.
Situazione Italia
Conte sembra stia gestendo la situazione con molta sicurezza, il suo indice di gradimento conferma che gli italiani hanno piena fiducia in lui. Per il presidente del Consiglio si passa dal 52 al 71% dei consensi. Tuttavia anche in Italia il populismo ha i suoi leader. Matteo Salvini continua nella sua meschina campagna elettorale intento a mostrarsi contemporaneamente un "demagogo vestito da defensor fidei", molti se ne accorgono altri no. "Chiese aperte a Pasqua" sembra lo slogan per acchiappare i voti dell'Italia conservatrice. Fatto sta che anche il Vaticano accetta il parere dei tecnici, Papa Francesco opta per il lockdown. Dunque stavolta Salvini ha proprio sbagliato strategia comunicativa? Sembra di si, il suo indice di gradimento scende dal 34.3 delle europee al 26.9%.
Capitolo Germania
Forse si teme di non far arrabbiare l'ultra destra di Alternative für Deutschland forse è solo la solita lezione di contabilità nei confronti dell'Europa che corre più lenta. Di fatto è da settimane che si parla di Mes o di EuroBond, la scelta più razionale è certamente quella fiducia e dell'Europa unita. Come settimane fa accadde, dopo diverse polemiche arrivò la sospensione del patto di Stabilità, ci auguriamo che anche stavolta arrivi il si per gli Eurobond.
UE-Orban
Non poteva mancare alla nostra panoramica uno sguardo all'Ungheria. Da Bruxelles solo silenzio per la destra ungherese che avanza prepotente. Orban si appropria dei pieni poteri per risolvere la crisi attuale mentre l'Unione Europea tace. Non una parola concreta per l'unico governo che va contro i principi per cui è nata l'Unione Europea. Ci aspettiamo di più in tal senso da parte delle istituzioni europee.
A cura di Massimiliano Giglia. Immagine in copertina: i leader del G7 nel meeting del 25 agosto 2019
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