Il nostro Paese rischia una devastante crisi, da un punto di vista lavorativo sono state colpite gran parte delle piccole e medie imprese, arrivando in generale a tutte le conseguenze sociali. A essere danneggiato principalmente è il settore turistico, a partire da quello domestico (turisti italiani che viaggiano nel territorio italiano) ma non solo. Il giro turistico delle presenze straniere in Italia, infatti, produce una spesa complessiva di circa 45 miliardi di euro, soprattutto nel periodo estivo, ovvero quello che sarà cruciale considerate le tempistiche dell’emergenza attuale.
Il turismo è definito trasversale, ciò vuol dire che avrà un impatto che si estende a tanti settori della nostra economia. La drastica diminuzione di viaggi e vacanze si tradurrà in un abbassamento del PIL mondiale e una crisi finanziaria peggiore addirittura di quella del ‘29. Non tutti però hanno ben chiaro questo aspetto, tendendo a prendere sottogamba determinati settori come per esempio quello delle organizzazioni di eventi.
Festival e concerti ci mancheranno più di quanto lo vogliate
Un pensiero, alquanto carico di rabbia, va rivolto a tutti quegli eventi che come serate, concerti, festival o eventi sportivi saranno annullati o sospesi per chissà quanto tempo. Infastidisce soprattutto il modo superficiale di molta gente e l’indifferenza con la quale commenta ogni annuncio di rinvio o annullamento di eventi la cui ripresa, fino a qualche giorno fa, era prevista per il 2021 ma che l’annuncio della fase 2 dal 4 maggio in poi, ha reso ulteriormente incerta. L’industria dello spettacolo e degli eventi non comprende soltanto le star note e strapagate, quanto piuttosto tutto il personale che lavora alla riuscita esecutiva dell’evento, come il personale di sicurezza, tecnici vari e responsabili logistici e della comunicazione. Diciamo che sono gli invisibili perché siamo abituati a guardare solo quello che avviene sul palco e ci scordiamo spesso che per mettere in piedi alcuni eventi, come i concerti negli stadi, lavorano in 3 giorni oltre 3000 persone.
Forse alcuni non pensano quanto sia tangibile il danno portato a ristoratori, albergatori, e tutto il settore del commercio al dettaglio a causa dell’annullamento di un concerto o di un festival; e se queste persone vanno in sofferenza, hanno meno soldi a loro volta per chiedere servizi, acquistare beni personali, prendere aerei o treni.
Foto di Resident Advisor: La riapertura dell'OIL Club di Shenzhen, città confinante con Hong Kong, dove un ritorno alla normalità sembra rimanere comunque lontano. La nostra economia ormai è troppo interconnessa: se soffre una sua parte, la sofferenza si espande un po’ dappertutto. I festival estivi attualmente sono fermi e non abbiamo idea di quali saranno le normative che regoleranno gli eventi, conseguentemente gli sponsor che finanziano quest’ultimi sono immobilizzati. Le uscite discografiche sono bloccate, gli store sono chiusi. In Sicilia per esempio è messo a forte rischio il Festivalle di Agrigento, festival di musica elettronica, che lo scorso anno ha registrato più di 8000 presenze con gente proveniente da tutta Europa (un incremento complessivo del 15% rispetto all’edizione del 2018), riuscendo a valorizzare al meglio il magnifico territorio della Valle dei Templi e la meravigliosa spiaggia dell’agrigentino. Ma soprattutto l’Ortigia Sound System (OSS), che quest’anno sarebbe giunto alla sua settima edizione, che ha luogo nella parte più antica della città di Siracusa, uno dei posti più belli d’Italia e Patrimonio UNESCO dal 2005. Con le oltre 13mila presenze totalizzate nel 2018, e più di 19 mila persone lo scorso anno provenienti da oltre 40 Paesi di tutto il mondo, con oltre 500 accreditati e più di 50 giornalisti italiani e internazionali. Per merito di questi eventi cresce ogni anno in maniera esponenziale l’attenzione e le aspettative da parte dei turisti ma anche dei residenti, nei luoghi dove la storia dell’industria culturale e turistica siciliana si è legata con le nuove frontiere musicali contemporanee. Parecchi hanno stupidamente pensato che in questi casi la perdita sia soltanto quella della magia del divertimento, ma dovrebbero capire che bloccandosi questi eventi si provoca un blocco generale di molti altri settori facendo collassare l’economia globale. Per cui credo sia doveroso che queste notizie di annullamento debbano essere affrontate con una certa preoccupazione, anche da coloro che pensano di non essere i diretti interessati. Indubbiamente la situazione è molto seria e complessa, e come tale va maneggiata con grande prudenza. Per cui è giusto temporeggiare monitorando l’evolversi della situazione, poiché imporre istericamente di “chiudere tutto” non porta sempre necessariamente a delle soluzioni. Il lockdown pandemico mondiale ha risparmiato già diverse migliaia di vite, ma è un’arma che diventa efficace esclusivamente come ultimo estremo e urgente riparo. Serate ed eventi saranno, quindi, fra le ultime cose a riattivarsi, se non direttamente le ultime in assoluto, ma nel frattempo tutti i lavoratori che ci stanno dietro dovranno inventarsi delle maniere creative per sopravvivere. E’ fondamentale garantire a questi lavoratori un minimo di sostentamento, delle risposte e delle tutele, altrimenti rischiamo che quando si riparte molti di loro non ci saranno più. Se proprio vogliamo dirla tutta, il mondo della cultura, degli eventi e anche di buona parte dello sport ha reagito alla situazione in maniera ammirevole, spesso pure in anticipo rispetto alle indicazioni dei governi. Bisognerebbe quindi trattare queste sfere col dovuto rispetto. Ora si tratta di ricostruire, appena sarà possibile, e bisognerà farlo con l’aiuto e la collaborazione di tutti. La realtà è che tutti noi abbiamo lo stesso obiettivo: raggiungere il prima possibile una via alla ripresa, con un atteggiamento costruttivo e solidale verso certi settori della società, anche quelli che non possono sembrare “necessari”. Il discorso riguarda tutti indistintamente! Foto copertina: Resident Advisor.
Commenti