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Immagine del redattoreAntonio Russello

LUNDINI E LA COMICITa' EMERGENTE

Da dove salta fuori Valerio Lundini? Presentatore avanguardistico romano e comico rivelazione (se così si può definire) classe ’86, conduce da settembre il programma “Una pezza di Lundini” che va in onda su Rai2 in seconda serata quasi tutte le sere a orari casuali. Già a sentirsi dire così sembra tutto folle e surreale, ma questa è proprio la sua cifra stilistica. La sua comicità è spiazzante, ambigua, giocata su un atteggiamento serissimo sia nelle espressioni che nel tono di voce, per tutto l’intero programma e i vari sketch. Si tratta di un genere di comicità nuovo e freschissimo per l’Italia, che le vecchie generazioni forse faranno un po’ più fatica a comprendere rispetto alle nuove. Probabilmente l’intento di Lundini è proprio quello di trollare lo spettatore. Le sue interviste, a suo modo molto preparate e precise, hanno coinvolto Alessandro Borghi, l’attrice collega del cast di Suburra Carlotta Antonelli, il cantante Carl Brave, Enzo Salvi, Giuseppe Cruciani, il telecronista Pierluigi Pardo e molti altri volti noti del mondo dello spettacolo tra cui anche Nino Frassica che ricorda molto lo stesso stile surreale di comicità. Si fa difficoltà a trattenersi dalle risate quando, dopo una clip di presentazione molto nosense e demenziale (in perfetto stile Maccio Capatonda per intenderci), Lundini inizia la sua lizza di domande molto specifiche e a tratti fuori luogo. Nelle vesti di un conduttore lanciato sul palco senza preavviso, Lundini suscita imbarazzo e disagio più totali che arrivano d’impatto anche allo spettatore a casa che si chiede se tutto ciò sia realtà o finzione. E’ proprio questo che in un certo senso rappresenta il programma: una sorta di parodia della TV generalista che riempie i vuoti cosmici tra i talk e gli approfondimenti politici dei Tg. Una vera rarità al giorno d’oggi per le nuove generazioni che fanno sempre più fatica a rispecchiarsi con quello che offre il palinsesto nazionale, saturo di tv spazzatura, cattiva informazione e film stravisti, preferendo il più delle volte il mondo dell’internet e dello streaming.

Fonte: Open.online Proviamo a conoscere meglio il personaggio. Il volto di Valerio Lundini a qualcuno potrà risultare familiare poiché è apparso nel ruolo di inviato alle puntate del DopoFestival di quest’anno e nel programma “Battute?”, condotto da Riccardo Rossi, dell’anno scorso in qualità di autore e comico. Dopo una laurea in Lettere e un diploma alla Scuola Romana dei Fumetti, intraprende fin da subito proprio la carriera di autore, solo per caso si scopre comico in seguito e attualmente suona anche nella band Vazzanikki, presenza fissa dello sfondo musicale di “Una pezza di Lundini”, del quale lui stesso talvolta si aggiunge come tastierista. Il genere comico che impersona Lundini sarà pure insolito e di minoranza per il nostro Paese e soprattutto per l’emittente Rai, ma se guardiamo all’estero possiamo trovare similitudini nell’umorismo dell’attore canadese Leslie Nielsen, protagonista di film comici e parodistici come la trilogia Una pallottola spuntata; oppure ancora dell’attore, regista e produttore newyorkese Mel Brooks, altro esponente delle parodie, protagonista dei film Mezzogiorno e mezzo di fuoco, Balle spaziali e altri ancora. In più interviste Lundini dichiara che proprio questi personaggi hanno rappresentato dei guru all’inizio della sua carriera, definendosi contrario a quel genere di risata telefonata e costruita a tavolino. Da lì nasce l’idea. Prendendo in considerazione ad esempio i silenzi, Lundini non li definisce affatto dei tempi morti ma anzi dei tempi comici, e come si aspettava lui stesso agli esordi, c’è sempre qualcuno che non comprende la sua comicità e, trovandosi smarrito, pensa che lui sia sul serio così sbadato e scalmanato come appare. Questa è la sua trappola. Quando il gioco delle parti viene invertito, in un’intervista per RivistaStudio a Lundini viene chiesto il perché del linguaggio della Tv di oggi non offra più alternative valide, questa è stata la sua risposta:


"Secondo me non è un problema della televisione. Spesso è il capro espiatorio di quando si parla delle cose che cambiano. È un fatto che tutti noi guardiamo la tv molto meno rispetto di prima. Ma che molti giovani non la vedano non è la conseguenza del palinsesto che non piace, ne è anche la causa. È comodo dire “In Tv non c’è niente per noi giovani” però se i giovani non se la guardano nemmeno quando fanno le cose per loro, allora perché le devono fare quando magari c’è mia nonna che vuole vedere un’altra cosa? Lei c’è, sta lì, col telecomando in mano. Non possiamo lamentarci se al circolo di bocce non mettono la musica house."

Oggi come ieri in tv è sempre passata roba buona e roba meno buona ma, mentre prima veniva imposto cosa guardare, adesso sono i contenuti del web a dettare legge. In quest’epoca è internet che si adegua al pubblico senza imporre la tipologia dei contenuti, andando alla ricerca, talvolta forzata, di un consenso che a tratti può risultare eccessivo. Per chi si fosse perso queste prime puntate di "Una pezza di Lundini", il consiglio è quello di andarsela a spassare recuperandole su RaiPlay perché il talk show di Valerio Lundini, apparentemente fondato sul nulla, è una delle rivelazioni migliori del palinsesto italiano e i boomer che non comprendono e lo insultano probabilmente sono gli stessi che scoppiano a ridere guardando Paperissima.


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