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Alla scoperta del Mondo Fluttuante. Ihara Saikaku e l'Ukiyo-e letterario

Spesso e volentieri, quando gli appassionati delle belle lettere decidono di avvicinarsi alla narrativa giapponese hanno normalmente la tendenza ad approfondire autori più vicini alla propria contemporaneità.

Ihara Saikaku
Ihara Saikaku

Ecco quindi comparire sul proprio scaffale dei libri Io sono un gatto di Natsume Sōseki, La casa delle belle addormentate di Kawabata Yasunari, Neve di primavera di Mishima Yukio, o ancora 1Q84 di Murakami Haruki e La cena degli addii di Ogawa Ito. L'elenco potrebbe ancora proseguire, tanto da rivaleggiare in spessore con una guida telefonica, tuttavia, per non sviare troppo dal tema principale si preferirà in questa sede lasciare al lettore, se lo vorrà, l'onore e l'onere di ulteriori approfondimenti in materia.


Vediamo allora di fare un deciso salto indietro nel tempo fino al Giappone del XVII secolo, più precisamente a Ōsaka, in modo da poter fare la nostra conoscenza con Ihara Saikaku (1642-1693), autore poliedrico specialmente per quanto riguarda le tematiche affrontate.


Un doveroso salto indietro

Prima di procedere, risulta necessaria una rapida digressione sul periodo storico che fece da teatro, oltre che da fonte di ispirazione, alla produzione di Saikaku. Siamo infatti nel primissimo periodo dello shōgunato dei Tokugawa, in una lunga parentesi avviata pochi decenni prima a seguito di feroci lotte intestine che avevano dilaniato il paese e destinata a perdurare fino a metà Ottocento.

Ihara Saikaku
Parco fiorito e declivio di Dangozaka a Sendagi Hiroshige

Una delle caratteristiche principali di quest'era furono prima di tutto l'isolazionismo in cui il Giappone si rinchiuse, anche noto come sakoku. Se non con più che limitate eccezioni, la politica del sakoku garantì un certo livello di protezionismo tanto sulle attività economiche quanto sulla cultura, le cui espressioni rimasero private, ma al contempo preservate da influenze esterne.


Parallelamente, la pace che era stata inaugurata dopo lunghe ed estenuanti guerre rese possibile una spiccata fioritura del commercio, corrispondente all'ascesa di una nuova classe sociale fino a quel momento disprezzata, quella dei mercanti, a cui, per inciso, apparteneva lo stesso Saikaku.


Di riflesso, mentre presso la corte imperiale e le residenze nobiliari le arti in tutte le loro declinazioni continuavano a ruotare attorno ai classici, per le strade delle città andarono ad affermarsi nuove forme di intrattenimento come il teatro Kabuki, nuovi generi poetici come i celeberrimi haiku tuttora in voga e nuovi elementi figurativi che furono alla base degli ukiyo-e, ovvero delle stampe su cui sono rappresentati scorci di una vita basata su piaceri instabili e transitori. Proprio il riferimento a questi ultimi coincide con il topos letterario che va a identificare quel mondo fluttuante che in giapponese viene appunto tradotto con “Ukiyo”.


Saikaku e la nuova corrente

In tale contesto emerge, dopo una prima fase haikaista, l'elaborazione prosastica di Saikaku basata sui cosiddetti ukiyozoshi (racconti del mondo fluttuante). Nei suoi spaccati di vita quotidiana, tratteggiati con una dovizia di particolari tale da fornire quasi un'immagine didattica, la prosa di Saikaku è parimenti arricchita da scelte stilistiche che sono quasi un richiamo alla raffinatezza e all'eleganza di generi considerati più aulici. Non da meno, tale accurata selezione del linguaggio nasconde nemmeno troppo velatamente un sapiente utilizzo di sarcasmo e umorismo, grazie a cui Saikaku muove le sue critiche verso l'impianto sociale dominato dall'impronta neo-confuciana della corte shōgunale, la quale tuttavia non è mai sfidata per via diretta onde evitare di ricadere sotto l'affilata lama della censura.

Muovendosi perciò con destrezza magistrale nell'intricato regno della parola, Saikaku riesce dunque a rinnovare la letteratura nazionale, creando un genere a tutti gli effetti nuovo, riassumibile quanto a tematiche in tre principali filoni narrativi che talvolta vanno a compenetrarsi a vicenda.


Abbiamo quindi il Saikaku dei chōninmono, in relazione alle vicende mercantili, quello dei bukemono, che tratta dell'affascinante casta dei samurai, e infine l'autore di kōshokumono, basati su racconti amorosi dalle sfumature erotiche.


L'evoluzione del successo

Ihara Saikaku
Veduta della strada Nihonbashi icchōme Hiroshige

Quanto al primo di questi generi, di cui fanno ad esempio parte I calcoli della gente di questo mondo (Seken Munezan'yō) e Il magazzino eterno del Giappone (Nihon Eitai Gurai), viene offerto in dettaglio uno spaccato della società mercantile con tutti i suoi svaghi, vizi e bramosie, che talvolta sublimano in un desiderio di elevazione sociale ostacolato, però, dalla rigidità delle classi che caratterizzava il Giappone di quel tempo. Nonostante le trame apparentemente più leggere dei volumi dedicati ai commercianti, i quali, per inciso, in virtù della loro forza economica si stavano via via avvicinando sempre più al mondo della cultura, è altresì possibile assistere a una lenta evoluzione e presa di coscienza da parte di Saikaku in merito alla considerazione che questi ha sulla suddetta classe.


Infatti, se nelle opere iniziali chi riesce ad arricchirsi è una persona d'ingegno e degna di stima, una volta sopraggiunta con la maturità letteraria la delusione verso gli ideali del capitalismo mercantile emerge la concezione per cui la ricerca della ricchezza corrisponde meramente a una bieca bramosia degna di un antagonista.

"La durezza è per il bene di un ragazzo, il tenero cuore lo rovinerà"
(Il magazzino eterno del Giappone)

La strada dei guerrieri

Relativamente invece alla casta dei guerrieri, che sembra guardata quasi con una certa ammirazione dallo stesso Saikaku, emergono invece gli aspetti della nobiltà d'animo di queste figure ormai condannate a percorrere la china di un lento declino, dotate di animi votati all'onore e all'innata sensibilità tanto estetica quanto emotiva, secondo tratti alquanto evidenti il opere del calibro di Del dovere dei Guerrieri (Bukegiri Monogatari).

Ihara Saikaku
Negozi di sete a Ōdenma-chō (samurai in processione)

Nel descrivere questo universo Saikaku sembra allontanarsi, almeno in apparenza, dal proprio mondo quotidiano, in quanto la casta samuraica risulta marcatamente separata da quella dei mercanti. È però bene ricordare come durante il periodo pax Tokugawa molti guerrieri videro venir meno la propria funzione militare e, costretti dalle necessità finanziarie, andarono a ingrossare le fila della gente di città, entrando in questo modo in contatto con quegli ambienti già noti all'autore.


I militari descritti in queste opere risultano inoltre caratterizzati da una dualità di aspetti provenienti sia dalla loro fascia sociale originaria, sia da quella dei mercanti. Un samurai di città, dunque, pur mantenendo la propria matrice culturale e la propria educazione marziale, si dedica anche ad attività tipiche degli uomini del popolo, tali la ricerca del piacere sensuale e il lucro. In questo frangente emerge perciò il contrapporsi delle due disposizioni d'animo che caratterizzano, molti bukemono, ossia il giri, il dovere verso il proprio signore, e il ninjō, il sentimento.


“L'uomo di natura inquieta resta inquieto anche nella ricchezza, l'uomo di natura serena anche nella povertà resta sereno”
(Del dovere dei Guerrieri)

Situazioni amorose

Ultimo filone della narrativa di Saikaku è quindi quello che va a soffermarsi sulle tematiche amorose, le quali però sono ben lontane dai puri ideali romantici di derivazione classica (o stilnovista, giusto per fare un riferimento al nostro Occidente), per cui è il caso di mettere da parte quei grandi amori di cui è pregna la letteratura mondiale per andare invece incontro ai molteplici aspetti del piacere sensuale.

Ihara Saikaku
Risaie ad Asakusa e la festa di Torinomachi (il gatto qui rappresenta una cortigiana)

A questo punto è doverosa una vitale precisazione in merito all'eros del mondo fluttuante, sicché le relazioni carnali in quell'angolo di mondo in quel dato periodo, specialmente negli appositamente istituiti quartieri a luci rosse, non prevedevano le restrizioni presenti contemporaneamente in Europa, perlomeno in parte.

Era infatti assai comune che un uomo non si concedesse solamente alla voluttà dell'abbraccio di una donna, concedendosi infatti ad amori con esponenti dello stesso sesso, con cui era anzi ritenuta addirittura maggiore l'affinità emotiva, secondo un costrutto alquanto maschilista che poneva la femmina in quanto tale in posizione di subordine. A ben vedere, infatti, mentre nella prosa di Saikaku comprendente titoli come Vita di un libertino (Kōshoku Ichidai Otoko), Cinque donne amorose (Kōshoku Gonin Onna) e Il grande specchio dell'omosessualità maschile (Nanshoku Ōkagami), si accostano relazioni eterosessuali e appunto omosessuali tra soli uomini, molto meno spazio viene invece dedicato agli incontri saffici.

"Dal paese delle miniere di Tajima era giunto un uomo che estraniandosi dagli eventi di questo Mondo Fluttuante, viveva, fosse desto o assopito, dedicandosi alle due vie del piacere, e per questo era soprannominato Yumesuke"
(Vita di un Libertino)

La forza delle parole

Si è cercato quindi di offrire un quadro generale su questo grande scrittore sconosciuto ai più, ma comunque in grado di usare le parole forse addirittura meglio di un pennello o delle lastre con cui si realizzavano gli ukiyo-e. Tuttavia, il modo migliore di approfondirne la poetica, probabilmente, consiste nel mettere da parte qualsivoglia manuale per concentrarsi sulle pagine dei suoi libri.


A cura di Christian Frontino

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