Vi siete mai chiesti a che cosa servano le illustrazioni che corredano il libro? Avete mai preso tra le mani un albo illustrato?
Se avete risposto affermativamente saprete bene di cosa si tratterà in queste righe, ma prima facciamo un gioco. Prendete un libro, chiudete gli occhi e cominciate ad esplorarlo. Percepite al tatto la corposità e la porosità della carta, sentite il suo odore. Sentiamo poi un suono, una melodia … quella del fruscio delle pagine. Il libro è un’esperienza sensoriale e un albo illustrato è la massima esplicazione di tutto ciò. Le illustrazioni sono una galleria d’arte a portata di “tutti”.
Oggi si parla tanto di albi illustrati, molte case editrici europee ed estere prestano particolare cura alla produzione di questo prodotto. Oggi vediamo addirittura musei a loro dedicati come il caso del Moka in Sud Corea, fino a collaborazioni per il loro concepimento tra colossi museali come il MoMA e la casa editrice Fatatrac con la collana Grandi albi MoMA.
Ma storicamente si è prestato questa particolare attenzione a questo prodotto rivolto all’infanzia? Tracceremo i passi di una storia poco nota ma che ha portato lustro…
La forma di comunicazione orale, prima dell’avvento della scrittura, era l’unica forma per trasmettere la conoscenza dell’uomo attraverso la memoria, che si serviva della narrazione e del canto, come ad esempio l’Iliade e l’Odissea. Assieme allo sviluppo della comunicazione orale vi è quello del segno iconografico, quest’ultima particolarmente importante cosicché non solo permetteva una comunicazione immediata ma permetteva di lasciare nel tempo un messaggio anche alle generazioni future.
Con l'evoluzione della civiltà comincia a nascere la necessità di sviluppare nuovi segni, i quali permettevano la comunicazione del pensiero e non solo i segni iconografici. Il desiderio di avere testimonianze scritte nasceva dal bisogno di comunicare le conoscenze alle generazioni future in maniera completa, senza la paura della perdita di tale sapere. L’affermarsi della scrittura alfabetica permise di fissare la memoria tramandata in documenti scritti e da questo momento in poi si vedrà l’affermarsi di un oggetto che oggi ci è molto familiare, il libro.
Durante il Medioevo all’interno dei monasteri nascevano opere che venivano trascritte e illustrate dagli amanuensi. Illustrare deriva al latino illustris, che significa splendente, letterari, morali, nelle varie eccezioni dello spiegare, rendere chiaro, commentare, dichiarare, esporre, dare decoro, splendore e forma. Compare più tardi il significato di corredare un testo con figure per aiutare alla comprensione del testo e renderlo più attraente, e di costituire con le immagini una narrazione parallela al testo.
Da questo momento in poi vediamo l’unione delle due forme della comunicazione la scrittura e l’iconografia: il libro le unisce creando qualcosa di unico che per secoli accompagnerà l’uomo nello sviluppo delle sue conoscenze.
Con l’illustrazione si viene a creare un mondo della comunicazione rivolto all’infanzia con valenze artistiche e pedagogiche. La prima funzione dell’illustrazione è interpretativa, decorativa, esemplificativa, e apportò un ampliamento narrativo e semantico seguendo il percorso tracciato dal testo. Nei secoli questo rapporto tra testo e immagine si è consolidato sempre di più portando alla nascita di svariati prodotti editoriali come l’albo illustrato. L’albo illustrato è un iconotesto, il quale presenta caratteristiche morfologiche e funzionali che confluiscono nel linguaggio e l’illustrazione per l’infanzia. Si tratta di un codice composito verbo – immagine, i quali si giustappongono, in un’alternanza perfetta capace di creare un racconto dinamico. Il prodotto contiene rappresentazioni e metafore dell’infanzia, specchio dell’immaginario collettivo, che presenta una dimensione storica e sociale legata a tempi e situazioni, mentre configura un osservatorio pedagogico ed esistenziale sulle avventure della crescita e sul cambiamento umano.
Il primo a promuovere l’albo illustrato come strumento educativo fu Jan Amos Komenský (Comènio) (Nivnice, Moravia, 1592 – Amsterdam, 1670) filosofo e pedagogista il cui pensiero fu tra i più incisivi e influenti del XVII secolo. Nel campo pedagogico il maestro diede un grande contributo grazie alle riflessioni sull’importanza delle immagini in educazione, a partire dalla Didactica Magna del 1657. La grande aspirazione del maestro boemo fu quella di rendere l’illustrazione patrimonio di ogni uomo, consapevole del fascino catalizzatore delle immagini che operano sull’attenzione dell’uomo fin dall’infanzia, sulla sua curiosità e sul piacere che egli prova nell’apprendere. Egli crea il primo esempio di sussidiario che è anche considerato l’antenato dell’albo illustrato, un testo dove tutto è visibile, raccontabile e rappresentabile L’Orbis Sensualium Pictus.
J. A. Comenius, L’Orbis Sensualium Pictus, Londra 1659
L’opera fu pubblicata a Norimberga nel 1658. Il testo si apre con un’introduzione la quale invita il lettore ad avventurarsi nel racconto concepito come strumento rivolto ai sensi, secondo il bisogno del vedere direttamente con i propri occhi.
Nei secoli successivi con l’evolversi delle esperienze pedagogiche, si apriranno nuovi orizzonti nei prodotti editoriali desinati all’infanzia. L’indiscussa protagonista sarà l’Inghilterra, culla delle nuove esperienze editoriali e artistiche, che influenzerà la produzione dell’albo in Europa. Alla fine del XVIII l’Inghilterra vedrà sul versante della narrazione illustrata un artista incisivo sul campo William Blake.
William Blake (Soho, 1757- Westminster, 1827) fu un poeta, un incisore e pittore che fin da giovane si dedicò all’arte e alla letteratura con spirito visionario, considerando il mezzo verbale e quello visivo espressione unica del suo genio profetico. Istanze neoclassiche e fermenti preromantici pervadono la sua arte, carica di complessi simbolismi a cui contribuirono la poetica del sublime e nell'ambito iconografico l'arte gotica inglese, Michelangelo, Dürer e, tra i suoi contemporanei Fuseli. Egli affidò il suo linguaggio a una figurazione fiabesca tortuosa, fatta di un vuoto quasi grossolano, nel suo sentimentalismo misticheggiante. Nel 1794 fu pubblicata la raccolta Songs of Innocence and of Experience: Shewing the Two Contrary States of the Human Soul, opera scritta ed illustrata dall’artista, dedicata ai bambini. Produsse un’opera poetica di immagini e parole dove gli elementi espressivi si compenetrano e si fondono in un equilibrio armonico in una sintesi di pura ornamentazione.
W. Blake, Songs of Innocence and of Experience: Shewing the Two Contrary States of the Human Soul, 1794, British Library
Da questi illustri sviluppi l’albo illustrato attraverserà momenti bui fino al panorama contemporaneo dove risplende più lucente che mai. Questa breve storia la si conosce ben poco ma conosciamo bene quello che è il vero protagonista di questo racconto: il libro.
Quindi cari lettori riscoprite il piacere di prendervi il vostro tempo e di trovare e ritrovare il piacere della lettura.
A cura di Clara Sorce
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