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IL RITORNO DI WOODKID, COSA ASPETTARSI DAL NUOVO ALBUM

A nove anni dall’EP che ha segnato il suo debutto nel mercato musicale e a sette anni dal suo primo album, Yoanne Lemoinne, in arte Woodkid, torna con nuova musica, pubblicando tre singoli e annunciando finalmente un nuovo disco.

Cosa bisogna aspettarsi da Woodkid dopo tutti questi anni di trepidante attesa? Sarà cambiato qualcosa? Porterà al grande pubblico la stessa formula di “The Golden Age”?

Per poter analizzare in maniera esaustiva i lavori dell'artista bisogna in primo luogo fare un passo indietro: chi è Woodkid? Woodkid è un cantautore, musicista e regista francese che ha all’attivo numerose esperienze nell’ambito musicale, cinematografico e della moda e che può vantare collaborazioni con nomi del calibro di Luc Besson, Sofia Coppola, Lana Del Rey (è regista del videoclip di “Born to Die”) e Dior. Il suo primo album The Golden Age, uscito nel 2013, ha venduto quasi 1 milione di copie nel mondo e ha regalato all’artista ben due nomination ai Grammy e soprattutto la fama e l'encomio internazionale

La più grande peculiarità del poliedrico Woodkid consiste nel fatto che egli sia fortemente influenzato dal cinema e dalle sue colonne sonore: ogni suo brano sembra voler rappresentare la colonna sonora di un film ben preciso come, per esempio, il brano “The Great Escape” che riprende lo stile del cinema western, ricreando un sound caratterizzato da trombe e percussioni che simulano un'incalzante e maestosa cavalcata.


Il rinomato e apprezzato artista francese ha annunciato diversi dettagli riguardo la pubblicazione del suo nuovo e tanto atteso album. Il disco si intitolerà S16 e arriverà nei negozi tradizionali e negli store digitali il 16 ottobre 2020. Il nuovo lavoro possiede indubbiamente sonorità e messaggi diversi da quelli del precedente disco.

Nel corso degli ultimi mesi abbiamo assistito a diverse anticipazioni tramite la pubblicazione di tre singoli estratti dal disco e si può notare un cambio di stile: ritroviamo soprattutto nei due singoli “Goliath” e “Pale Yellow” una vena molto industrial, ricca di effetti sonori molto particolari che vogliono richiamare l’ambientazione fredda e irrefrenabile del mondo industrializzato, suoni che si sono già sentiti nella sua musica, ma di rado e comunque in maniera solo accennata. Questa volta sembra che Woodkid voglia basare la sua musica proprio su questo genere e palesa questa volontà anche con il titolo dell’album che fa riferimento al sedicesimo elemento della tavola periodica, lo zolfo (appunto Sulfur16), con cui vuole espletare un dualismo tra vita e sofferenza, come scritto nel comunicato stampa ufficiale:

“[....] Porta con sé alcune domande: cosa sono le nostre cellule, di cosa è fatto il nostro cuore? Dove è il limite tra realtà e finzione? Lo zolfo è un elemento essenziale per la vita, ma al tempo stesso responsabile della combustione. Riporta in mente le ardenti sofferenze alimentate dalla musica, che al tempo stesso può lenire il dolore, avvolgere come un abbraccio.

Tutti i brani sembrano seguire questo concept: nel video di “Goliath” si vede nel finale quello che sembra essere una specie di golem, un gigante nato da una combustione; il titolo “Pale Yellow” fa riferimento al colore dello zolfo, appunto giallo paglierino, un colore pallido simile a quello del limone; infine “Horizons Into Battlegrounds”che dovrebbe fare riferimento a un composto molto utilizzato in guerra, la polvere da sparo, composta da salnitro, carbonio e zolfo.


Cosa bisogna aspettarsi dalla nuova fatica di Lemoinne? Un disco con sonorità che hanno contraddistinto il suo operato con una massiccia influenza industrial e un concept preciso e solido con lo zolfo come collante del disco, quindi un pretesto per trattare il dualismo vita/sofferenza, calore/combustione, uomo/macchina.


A cura di Gabriele Masone

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