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5 album di Battiato che forse non conoscete

La produzione musicale di Franco Battiato è sicuramente una delle più importanti a livello mondiale, non solo per l’ampio numero di album (30 LP in studio in totale), ma per l’originalità di ogni singolo lavoro.

Battiato, nonostante tutto, ha sempre qualcosa da dire, e probabilmente nessuno di noi è riuscito a comprendere tutti i significati che si celano dietro le sue canzoni. All’interno della sua vastissima discografia sono presenti album che, nonostante la loro importanza e iniziale successo, sono passati inosservati e col tempo sono stati dimenticati.


1. Fetus (1972)

Fetus è primo disco della carriera del cantautore. Nella copertina è stata inserita la foto di un feto, immagine che fu immediatamente censurata. È un vero e proprio lavoro di avanguardia della musica elettronica dove il sintetizzatore viene pensato sia come strumento solista che porta avanti la dinamica della canzone, sia come strumento adatto a lavorare tranquillamente con elementi acustici come la chitarra, esempio ne è il brano Fenomenologia.


Questo concept album si basa sul romanzo Il mondo nuovo (1932) di Aldous Huxley ambientato in una società dove gli esseri umani vengono creati all’interno di laboratori.

L’elemento di citazione, comune a molti suoi lavori è presente anche qui, ad esempio in Meccanica sentiremo delle conversazioni tra l’equipaggio dell’Apollo 11 e Richard Nixon accompagnato in sottofondo da Aria sulla quarta corda celebre brano del compositore Bach. Uno degli elementi che stupisce di più all’interno della dimensione di questo album lo troviamo nel brano Fenomenologia dove vengono “lette” due espressioni matematiche; se queste due espressioni vengono rappresentate all’interno dello stesso grafico produrranno due sinusoidi che formeranno la figura del DNA, ed è proprio in questi secondi che viene racchiuso tutto il significato dell’album.



2. Sulle corde di Aries (1973)

Il terzo album della produzione di Battiato è Sulle corde di Aries, viene considerato il capolavoro del periodo di sperimentazione del cantautore catanese. Sicuramente l’influenza che ha più caratterizzato questo lavoro è quella del progressive rock (genere che aveva esplorato in precedenza con i gruppi che fondò prima dell’esperienza solista, i “Telaio magnetico” e gli “Osage Tribe”).


L’elemento più presente a livello testuale è l’infanzia dell’autore, una parte la troviamo in Sequenze e frequenze, brano della durata di 16 minuti, che richiama in maniera nostalgica i momenti e le avventura della sua fanciullezza e della sua adolescenza.

Un altro richiamo a quel periodo è in Aria di rivoluzione riferendosi al padre camionista in Africa Orientale durante il colonialismo fascista e della seconda guerra mondiale ma ci porterà subito dopo negli anni ’70 parlando del fantasma del terrorismo politico.

La particolarità di Aria di rivoluzione si trova tra le due strofe della canzone in cui Jutta Nienhaus (cantante del gruppo prog “Analogy”) legge la poesia Compagni, chi di noi non sarebbe contro la guerra? di Biermann.

È presente anche una versione riarrangiata dai CSI.




3. Dieci stratagemmi (2004)

Dieci stratagemmi è un capolavoro, non si può girare attorno a questo: l'album è denso di testi, musiche, emozioni ed è una dichiarazione politica che non ha un colore, ha il solo scopo di parlare di giustizia. Questo lavoro nasce dall’opera letteraria I 36 stratagemmi, e dieci stratagemmi sono i brani all’interno dell’album, il sottotitolo viene riportato nella retrocopertina e cita il primo di questi stratagemmi “attraversare il mare per ingannare il cielo”.


Gli arrangiamenti all’interno di questo disco richiamano sicuramente il passato musicale di Battiato, uso importante di sintetizzatori, influenze estremamente forti provenienti dal progressive rock, voci metalliche e distorte, la sperimentazione elettronica di tutte le componenti strumentali si sentono nella maggior parte dei brani. La canzone che sicuramente colpisce di più è Le aquile non volano a stormi che riesce ad unire sonorità occidentali e partecipazione di strumenti orientali facendole incastrare in maniera magistrale.

Uno spazio meritato, però, va dato anche ad Ermeneutica canzone elettronica con tempistiche da vero e proprio prog dove il cantautore esprime un’aspra critica nei confronti dell’allora presidente americano George W. Bush.




4. Caffè de la paix (1993)

Caffè de la paix può essere considerato un inno alle passioni di Battiato sia a livello strumentale dove abbiamo rock, pop, pop barocco e influenze orchestrali della musica classica, sia a livello testuale dove ogni brano è legato alle sue conoscenze culturali, mitologia greca in Atlantide e la società romana in Delenda Carthago, la tradizione popolare irachena di Fogh in Nakhal e le ambientazioni orientali in Haiku. L’elemento che non manca mai in un album del cantautore catanese è la spiritualità che troveremo in Sui giardini della preestistenza e Lode all’inviolato.

Le lingue utilizzate, chiaramente oltre l’italiano, nel CD sono diverse, arabo, persiano e latino. La copertina di questo LP è stata disegnata da Süphan Barzani, nome d’arte utilizzato da Battiato nella produzione dei suoi dipinti.


5. Il vuoto (2007)

Il consumismo, la mediocrità, vivere di apparenze è questo il vuoto. Battiato cerca, attraverso le sue parole, di farci vedere attraverso i suoi occhi il mondo che lo circonda; nonostante questa realtà sia scura, senza identità come nel brano Io chi sono? il cantautore crede che si possa recuperare tutto questo, che il vuoto si possa riempire.

Il monito più forte dell’album lo troviamo in Niente è come sembra, nulla è reale. La musica orchestrale fa da padrona ma come sempre non manca la parte elettronica, pensata perfettamente per muoversi con gli strumenti dell’ orchestra; sicuramente non è un album sperimentale, ma fa perfettamente il suo lavoro, dare un gusto dolce/amaro trascinando verso la fine del CD. Era l’inizio della primavera è una delle Sei romanze op.38 (1878) per pianoforte e voce scritta da Tchaikovsky, Battiato traduce il testo in italiano e inglese e arrangia la musica in chiave pop, il risultato è uno dei brani più belli e commoventi della sua produzione.

Un’altra citazione la troveremo in Stati di gioia, dove canta il ritornello di Love me do dei Beatles.



Ultimi anni

La feconda esperienza artistica di Battiato si interrompe bruscamente nel 2017, anno in cui si ritira di fatto dalle scene a causa di un incidente domestico che lo costringe a porre fine a concerti e tour. Si rifugia così nella sua villa alle pendici dell'Etna, circondato dall'affetto dei suoi familiari. La pubblicazione dell'inedito Torneremo ancora nel 2019 è, tristemente, accompagnata da un raggelante annuncio da parte dello staff del cantautore siciliano: "Sarà il suo ultimo brano, non abbiamo più suo materiale". La certezza della malattia scende inesorabile sulla vita di Battiato, che si spegne il 18 maggio del 2021 nella sua residenza di Milo. Lascia un lascito incommensurabile e un vuoto infinito nella musica italiana che ha così profondamente innovato e trasformato attraverso le sue opere.


Dopo la morte del cantautore le scritte “Viva Franco” presenti su alcuni muri in Spagna per inneggiare alla dittatura franchista sono state modificate aggiungendo “Battiato”.


A cura di Flavio Neri

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