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Il Proibizionismo: fra un Blues e un South Side

Scorci di un' epoca che ha rivoluzionato la musica del '900.


Tra le faide della malavita e le istituzioni governative, il contrabbando e la corruzione, fiumi di alcool distillato alla meno peggio e fuori dalle logiche moderne dell'HACCP, per tutto il territorio degli Stati Uniti c'è un sound che accompagna gli avventori dentro le locande, i Juke Joint e gli Speak Easy: il Blues.


Insieme al bourbon ed al gin di dubbia qualità, nascono i primi cocktail “fuori legge” come il South Side, sulle note di artisti come Charley Patton, Robert Johnson e Muddy Waters.

Padri di quel Delta Blues che approdando a Chicago, la fanno diventare la città del blues e dell'alcool di contrabbando per eccellenza, seconda solo a New Orleans ed alla sofisticata New York.

Muddy Waters, Robert Johnson e Charley Patton.

Per comprendere il collegamento tra il Proibizionismo e tutto ciò che ruota attorno al contrabbando dell'alcool al blues, bisogna risalire al significato originario della parola stessa.

Nel '700 con la frase “to have a blue devils” (letteralmente: avere i diavoli blu), si indicava lo stato di ubriachezza di una persona e, soprattutto, ciò che ne comportava a livello emotivo, ovvero degli stati di tristezza, depressione, malinconia o agitazione ed euforia. L'uso di questa espressione tra la popolazione afroamericana per indicare la musica associata a questo specifico stato si diffuse dopo il 1900. A quel punto i due significati (musicale e non) si fusero, e divenne uso comune affermare il musicista blues suonava o cantava per "liberarsi dei blues". L' associazione tra il sentimento blues, definito il "blues feeling", e il genere musicale assunse grande importanza.


Ridurre, però, l'epopea blues solo agli ambiti dell'ebrezza e del proibizionismo sarebbe ingiusto. La storia del blues infatti abbraccia molteplici aspetti della società e della storia americana, a partire dal sentimento di rivalsa della comunità afroamericana, che viveva ancora situazioni di disagio e subalternità nei confronti del mondo "dei bianchi".


Con il Proibizionismo degli anni '30 vi è un contrasto fra le istituzioni che vogliono monopolizzare e reprimere allo stesso tempo, per portare avanti un'ondata di moralismo e patriottismo conservatore a discapito della popolazione, che vede e ritrova nell'alcool, cosi come nell'arte e nella musica, un pretesto per uscire dal quotidiano sfruttamento del lavoro. Per la comunità afroamericana ciò si riversava nei Juke Joint o nelle cosi dette BarrellHouse, dove veniva servito illegalmente il famoso distillato di poltiglia di mais, il Moonshine, e dove si suonava, cantava e ballava del sano Rhythm and Blues.


Questo fenomeno ha, ovviamente, influenzato il mercato della mala vita, che ha indirizzato i propri sforzi nel contrabbando illecito dell'alcool, favorendo la nascita di infinite distillerie illegali.

Blues

L'esterno di un juke joint a Belle Glade, Florida, fotografato da Marion Post Wolcott nel 1944.


Contemporaneamente si assiste all'evoluzione del blues, dal Delta al Chicago, attraverso quella che è la famosa via del blues per eccellenza, la U.S. Route 61, la storica Blues Highway, cosi venne soprannominata in seguito. Fu progettata nel 1926, si estende per circa 2300 Km e nel corso degli anni, oltre ad esser stata modificata strutturalmente, venne anche citata da numerosi artisti, tra cui Bob Dylan con il celebre album Highway 61 Revisited del 1965. Il blues ha un ruolo importante all'interno dell'opera, sia perché al genere si rifanno molte tracce dell'album, sia perché l'album stesso prende il nome dalla Highway 61, che partendo dal confine con il Canada attraversa il Minnesota passando proprio per Duluth, la città natale di Dylan, poi attraversa tutti gli States da nord a sud seguendo il corso del Mississippi fino al delta dove il blues ha le sue radici e termina a New Orleans, Louisiana.


All'interno della celebre autostrada vi è un percorso, il Mississippi Blues Trail, ancora oggi percorribile, che tra storia e leggenda, ripercorre il luoghi storici del blues, tracciando una vera e propria mappa del percorso storico, culturale ed artistico dei soggetti e dei luoghi che hanno dato vita ed un'evoluzione a questo fantastico genere.


Partendo dal Deep Sud degli Stati Uniti, troviamo un terreno fertile ed in continuo movimento per quel che getta le basi del blues stesso, ovvero il Delta Blues. Dal sound degli strumenti acustici e dalla tecnica acida dei suoi esecutori, il Delta Blues incorpora sia l'esser acerbo del Blues stesso, che la sua profonda storia, fatta di racconti e canti di disperazione ed allo stesso tempo di speranza, verso una vita vissuta al secondo ed un ricordo nostalgico di ciò che era.


Vi troviamo artisti come Muddy Waters, soprannominato così dalla nonna, per via della sua abitudine di sguazzare nelle acque fangose del Mississippi. Muddy, sfruttando l'onda migratoria verso il Nord del Nuovo Continente, approda a Chicago, la città della perdizione, della corruzione, ma soprattutto la città di Al Capone.


Grazie a Waters e ad altri bluesman del periodo, come Little Walter, Howlin'Wolf e Chuck Berry, (entrati a far parte di una delle etichette discografiche blues per eccellenza, la Chess Records di Chicago, la cui storia è raccontata magistralmente nel film Cadillac Records del 2008) il blues trova una nuova strada, fatta di chitarre elettriche ed amplificatori, che porta questa musica a essere apprezzata anche dai “bianchi”, pur mantenendo sempre la nomea dell'essere la musica dei “neri”.

Da qui in poi assisteremo alla nascita del Chicago Blues.


Attraversando, dunque, più di trent'anni, ovvero dagli anni '20 agli anni '50, ed arrivando alla fine di questi ultimi, troveremo diversi passaggi fondamentali a livello storico e culturale, ovvero, la fine del proibizionismo e l'inizio del Rock Blues e del Rock.


Sebbene il primo, trovò la sua fine grazie ad un emendamento del senato, verso la metà degli anni '30, il secondo trovò la sua luce grazie al sopracitato Muddy Waters, il quale recatosi in Inghilterra per un concerto, promosso anche dai Rolling Stones, fu fonte di ispirazione per quella generazione di artisti degli anni '60, che trovarono nel Feeling Blues la musa ispiratrice che consentì loro di esplorare e rimodellare il proprio concetto di musica. Tale concetto, da un lato proseguì con il Beat Britannico dei Beatles, e dall'altro sfociò appunto nel rock blues e nel rock puro con band del calibro di Led Zeppelin, Rolling Stones e Yardbirds.


Risulta impossibile non considerare l'importanza e l'impatto che il blues ha avuto con l'evoluzione della musica stessa, comprendendo tra l'altro il contesto nel quale esso è nato e si è evoluto.


Al di là dell'"eredità" tecnica – la 5^ diminuita, la progressione "primo-quarto-quinto" e il timing – del blues, in pochi conoscono le origini di questo genere che ha avuto una profonda influenza in tutta la musica contemporanea del '900.


A cura di Marco Cangelosi

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