Ciò che per noi è un rifiuto per qualcun altro può avere un valore.
Tutti noi, nella vita di ogni giorno, ci rendiamo conto di poter fare a meno di qualcosa (o di qualcuno). Indubbiamente tutto, o quasi, è sostituibile, ma molti classificano tutte quelle cose con cui non si sente più un legame, un senso di appartenenza e tutte quelle cose di cui non si ha più bisogno, come scarti, rifiuti, che sono destinati a terminare la loro esistenza nella spazzatura.
Ci siamo mai chiesti se qualcun altro al nostro posto potrebbe farne un uso migliore? Ciò che per noi non possiede uno specifico valore potrebbe avere per altri un utilizzo, o un significato, molto più vasto.
La gente getta via indumenti, elettrodomestici e accessori di ogni genere continuamente e, talvolta, senza che ce ne sia nemmeno una reale necessità.
La presunta obsolescenza che porta a disfarsi facilmente degli oggetti si oppone al sempreverde gusto vintage di riscoprire e riportare in auge le mode del passato. Dal punto di vista etico e morale, la partita si gioca tra chi ha e chi non può avere.
Tutto questo rende fondamentale porsi la questione su cosa sia effettivamente uno scarto.
Il valore di qualunque cosa dovrebbe essere determinato dal bisogno che essa soddisfa: più il bisogno è grande e più valore ha la cosa che lo soddisfa. Quasi tutto è sostituibile, ma la domanda è: avevamo un motivo valido per sostituirlo o, a ogni modo, privarcene?
“Il valore delle cose non sta nel tempo in cui esse durano ma nell'intensità con cui vengono vissute. Per questo esistono momenti indimenticabili, cose inspiegabili e persone incomparabili.”
Fernando Pessoa
Questo ragionamento riguarda indistintamente gli oggetti e il loro utilizzo, il cibo e gli sprechi alimentari e le abitudini dei singoli componenti della società. A questo punto la questione appare molto più ampia: in un mondo in cui oltre 800 milioni di individui patiscono la fame si dovrebbero agevolare il recupero e la ridistribuzione delle eccedenze alimentari, affinché chi ne abbia maggiormente bisogno possa ricevere alimenti idonei al consumo. Nei Paesi a basso reddito le principali cause delle perdite e degli sprechi alimentari sono riconducibili a dei limiti finanziari, gestionali e tecnologici nella raccolta, conservazione, trasporto, confezionamento e distribuzione degli alimenti. Al contrario nei Paesi a medio e alto reddito il problema risulta essere principalmente correlato ai comportamenti dei consumatori e alla mancanza di coordinamento tra tutti i singoli attori della filiera alimentare.
A tal proposito i singoli consumatori possono compiere piccoli gesti quotidiani per non sprecare gli alimenti e risparmiare, inoltre, sul costo complessivo della spesa. In particolar modo i consumatori con le loro scelte alimentari, con i loro comportamenti a casa e al supermercato e con il ricorso di preparazioni che prevedano l’uso degli avanzi e degli scarti alimentari possono contribuire, almeno in ambito domestico, a diminuire gli abbondanti sprechi alimentari. La cultura dello spreco può essere vista attraverso molti punti di vista: morale, filosofico, sociale ed etico, ma in fin dei conti alla base di tutte queste nozioni e pensieri c'è il concetto semplice e banale di spazzatura. Rovistare nell’immondizia e nei cassonetti della spazzatura alla ricerca di oggetti, cibo o indumenti integra il reato di furto, benché si tratti di oggetti abbandonati dai legittimi proprietari. Ma com’è possibile?
Non è raro, soprattutto nelle grandi città notare individui attrezzati di borse, o addirittura carrelli, raccattare dai cassonetti tutto ciò che possa essere ancora utilizzabile. Alcune scene sono al limite del grottesco: cacciatori nomadi che viaggiano in coppia su un furgoncino sostando accanto a ogni cassonetto, il passeggero scende, guarda, sposta, esamina oggetti e buste, prende ciò che trova più interessante, lo mette nel retro del furgone, risale e via verso una nuova miniera d’oro. Sì, perché si tratta proprio di miniere d'oro per chi non possiede nulla e sta, magari, arredando la propria abitazione con gli scarti di altre persone, o per chi ci rivenderà al mercato dell’usato ciò che è stato gettato.
Per altri ancora l’unica voce a cui rispondere è la fame, tirano fuori tutto ciò che c’è di commestibile tra i rifiuti per sfamarsi. Frugano e li scrutiamo impietositi e sospettosi mentre loro non si accorgono di noi che infastiditi o colmi di sensi di colpa distogliamo lo sguardo il prima possibile. In verità, tutto ciò che finisce nella spazzatura non può ritenersi abbandonato e, quindi, non diventa “di proprietà di nessuno”, ma passa automaticamente nella proprietà del Comune. Quest’ultimo, divenendo così titolare dei sacchetti dell’immondizia, può farne ciò che vuole: dal riciclo allo smaltimento. Dunque chi ruba la spazzatura ruba contemporaneamente al Comune, in quanto nuovo proprietario degli oggetti abbandonati. Da una parte sembrerebbe assurdo, ma bisogna innegabilmente prenderne atto: prelevare indebitamente oggetti dai cassonetti della spazzatura viene considerato un furto a norma dell'articolo 624 del codice penale, con la previsione di una multa a partire da 200 euro.
In base a queste circostanze i mercatini delle pulci (o mercatini dell’usato) incarnano perfettamente quel luogo in cui la gente può sbarazzarsi degli oggetti in esubero all'interno delle proprie abitazioni e dare l’opportunità a collezionisti, appassionati del vintage e procacciatori di affari di procurarsi merce utile a prezzi più che convenienti. Generalmente gli espositori non si limitano a vendere, ma possono barattare e persino comprare. In questo genere di mercati, luoghi ormai tornati in auge e che attraggono sempre più consumatori, la merce venduta può avere qualsiasi provenienza, ma in genere si tratta di vecchio materiale svenduto. Il più delle volte ciò che spinge la gente a vendere e comprare oggetti antichi e/o usati è l'amore per la storia di quel particolare oggetto, la curiosità verso la sua vecchia vita e il suo uso o, magari, verso il suo precedente proprietario. Tuttavia i mercatini hanno, principalmente, a che fare con un consumismo etico, che vede il riciclo e il riuso degli oggetti come alternativa alla discarica e allo spreco.
Nel link sotto un elenco di tutti i mercatini d’Italia nella settimana che va dal 2 novembre all'8 novembre 2020 (salvo nuove ordinanze a causa dell'emergenza Covid-19): https://www.cosedicasa.com/mercatini/settimana/20201108
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